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30.06.2021
Giuseppe Romeo

Corte Edu, Sezioni Unite e spazio minimo della cella: un consolidamento solo apparente

Fascicolo 6/2021

Abstract. Con la sentenza n. 6551 del 19 febbraio 2021, le Sezioni Unite penali della Corte di Cassazione hanno individuato i criteri di calcolo dello spazio minimo di tre metri quadrati per detenuto nelle celle collettive per non incorrere in una violazione dell’art. 3 C.E.D.U. La Cassazione ha ritenuto che tale calcolo vada effettuato al netto degli arredi tendenzialmente fissi, come il letto a castello, e ha precisato, al contempo, che la violazione di tale spazio minimo determina non un’automatica violazione dell’art. 3 C.E.D.U. ma solo una forte presunzione, vincibile in presenza di fattori compensativi che possano alleviare condizioni detentive inumane o degradanti. Nel pervenire a tali conclusioni, la Corte richiama i principi elaborati dalla giurisprudenza della Corte Edu nella sentenza Mursic c. Croazia, e ciò a causa del rinvio mobile contenuto nell’art. 35-ter o.p. Non sembra, tuttavia, che l’orientamento richiamato sia sufficientemente consolidato da poter essere considerato vincolante. Sarebbe stato, forse, più opportuno, pertanto, rifarsi ai principi elaborati in occasione delle sentenze Sulejmanovic e Torreggiani, in quanto più confacenti alle peculiarità del sistema penitenziario italiano, e concludere per una violazione automatica dell’art. 3 tutte le volte in cui lo spazio concesso al detenuto nella cella collettiva sia inferiore a tre metri quadrati. .

 

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. Una premessa doverosa: l’art. 3 CEDU e le condizioni obiettive di detenzione. – 3. La vicenda. – 4. Il background giurisprudenziale europeo – 5. La soluzione delle Sezioni Unite. – 6. Una riflessione destruens: Mursic c. Croazia non è espressione di un orientamento consolidato. – 6.1. Le criticità del criterio del consolidamento. – 7. Una riflessione construens: ritrovare nell’ordinamento interno un meccanismo di tutela riflessa della CEDU.

 

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