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31.07.2019
Pietro Buffa

Il suicidio del personale del Corpo di Polizia penitenziaria

Un tentativo di uscire dal procedere a tentoni nella nebbia della sofferenza umanaaggiornamento al 31 luglio 2019.

Fascicolo 7-8/2019

Nota per i lettori.

A causa di un errore riscontrato nell’Articolo già pubblicato in data 3 luglio 2019, si ripropone qui una nuova versione del testo, emendato e rivisto dall’Autore.

L’intervento correttivo si riferisce in particolare al contenuto del quinto paragrafo, che riguarda il confronto tra l’incidenza del fenomeno nel campione esaminato rispetto a quella riscontrata nella popolazione generale.

Nella versione originaria del paragrafo, l’incidenza era stata rapportata a 10.000 soggetti, mentre quella generale faceva riferimento a 100.000 abitanti, e questo evidentemente conduceva ad un risultato scorretto.

 

Per leggere l’articolo, nella presente versione rivista e corretta, clicca  su “apri allegato”.

Per leggere la versione precedente dell’articolo, pubblicato in data 3 luglio 2019, clicca qui.


 

AbstractIl carcere italiano è spesso definito attraverso gli eventi critici che vi vengono registrati. Tra questi il suicidio del personale, in particolare della Polizia penitenziaria, assume una decisa importanza soprattutto perché, secondo una parte dei commentatori, dimostrerebbe l’impatto diretto e preponderante dello stress lavorativo al quale tale personale è soggetto. L’assenza di dati e versioni ufficiali, lo scarso fondamento teorico e metodologico dei dati pubblicati, gli interessi sottesi alla loro diffusione e alla particolare interpretazione, indirizzano ad una lettura a nostro avviso imprecisa e rischiosamente fuorviante. Il presente contributo, anche grazie all’analisi di quaranta casi di suicidio, tenta di affrontare alcune questioni centrali di tale dibattito, quali l’incidenza del fenomeno, il profilo dei protagonisti, la dinamica dei fatti e le circostanze prossime agli stessi. L’esame conduce a conclusioni diverse rispetto al senso comune. Al termine si tracciano alcune riflessioni rispetto ai possibili interventi preventivi.

 

Questo articolo è stato sottoposto in forma anonima alla valutazione di due revisori esperti, con esito favorevole.

 

SOMMARIO: 1. L’antica questione del rapporto tra il rigore scientifico e l’affabulazione. – 2. La controversa questione del rapporto tra professione e suicidio. – 3. Le dimensioni del fenomeno. – 4. Il metodo adottato. – 5. L’incidenza del fenomeno nell’ambito del Corpo e rispetto alla popolazione generale. – 6. Il profilo dei suicidi. – 7. Il compimento del fatto suicidario. – 8. Le modalità del compimento del fatto suicidario. – 9. Le motivazioni sottese al compimento del fatto suicidario. – 10. Teorie sul suicidio nelle forze di polizia. – 11. È possibile prevenire il rischio suicidario? –12. Conclusione.

Altro

Un incontro di saperi sull’uomo e sulla società
per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

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