«C’è un grande dibattito su come sia possibile definire la coscienza, ma si tratta, in buona sostanza, di quella cosa che prende vita quando ci svegliamo al mattino».
Tuttavia, per quanto riguarda la comprensione della ragione per cui ciò avviene, non so se ora siamo più vicini alla risposta di quanto non lo siamo mai stati
«È diverso da altri rompicapi scientifici, in quanto ciò che ci domandiamo è: come accade che alcune componenti e parti fisiche vengano tradotte in un’esperienza personale e soggettiva, come il rosso del colore rosso, la sofferenza del dolore, o l’odore della cannella?».
Non solo non abbiamo una teoria, ma neppure sappiamo davvero che forma avrebbe una teoria del genere, che fosse capace di spiegare la nostra esperienza in termini fisici o matematici
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Estratto originale dell’intervista: «There’s a great deal of debate about how to define consciousness, but we are essentially talking about the thing that flickers to life when you wake up in the morning. But as far as understanding why it happens, I don’t know that we’re much closer than we’ve ever been. It’s different from other scientific conundrums in that what we’re asking is, how do you take physical pieces and parts and translate that into private, subjective experience, like the redness of red, or the pain of pain or the smell of cinnamon? And so not only do we not have a theory, but we don’t really know what such a theory would look like that would explain our experience in physical or mathematical terms» (traduzione a cura della redazione).
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