27 May 2020
Susanna Arcieri

Il carcere al tempo del Coronavirus. XVI Rapporto sulle condizioni di detenzione

Rapporto dell’Associazione Antigone

Lo scorso 21 maggio, è stato pubblicato il XVI rapporto dell’Associazione Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia, intitolato “Il carcere al tempo del coronavirus”.

Come si legge nel comunicato diffuso dalla stessa Associazione, il rapporto «è diviso idealmente in tre parti, prima, durante e dopo la pandemia. Il minimo comune denominatore di tutti i contributi è che i diritti e le garanzie del sistema penale e penitenziario non possano essere cancellati o sospesi a data da destinarsi. Anzi, devono essere ciò che guida un sistema complesso anche durante l’emergenza sanitaria».

 

1. Così, nella prima parte del documento, dedicata a “Il carcere prima del Covid”, viene offerta una fotografia analitica di quella che era la situazione carceraria italiana poco prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria, risultante dalle visite effettuate da Antigone nel corso del 2019 presso un totale di 98 istituti di pena.

– Vengono dunque riportati i numeri della popolazione detenuta in Italia al 29 febbraio 2019 (pari a 61.230 persone, con un tasso di affollamento effettivo intorno al 130% – a fonte di circa 47.000 posti di capienza regolamentare) e il relativo confronto con gli altri paese europei («le carceri italiane sono tra le più affollate d’Europa, seconde solo a quelle belghe»).

– Sono poi forniti alcuni dati di dettaglio in merito alla composizione della suddetta popolazione, come la presenza di stranieri (superiore alla media europea, con 19.888 detenuti alla fine del 2019, pari al 32,7% del totale), di donne con bambini e di minori («se all’inizio del 2019 gli Istituti Penali per Minorenni italiani ospitavano 440 ragazzi, un anno dopo nei 17 Ipm erano recluse 375 persone», di cui circa il 40% stranieri), unitamente alle ulteriori informazioni riguardanti, tra l’altro, le condizioni di salute («il Ministero della Salute ha evidenziato come il 67,5% dei ristretti abbia almeno una patologia», di cui la maggior parte sono disturbi psichici – 41,3%), e i tassi di occupazione («al 31 dicembre 2019 erano 18.070 i detenuti coinvolti in un’attività lavorativa, […] vale a dire il 29,74% del totale») dei detenuti.

– Sempre nella prima parte del rapporto, si parla anche del problema dei suicidi in carcere: «Se nel nostro Paese nella società libera l’ultimo dato ISTAT disponibile, aggiornato al 2015, racconta che ogni anno vi sia 1 suicidio ogni 15.384 abitanti (con un tasso dello 0,65 su 10.000 abitanti), la realtà ristretta è drammaticamente diversa. Nel 2019 sono stati 53 in totale i suicidi negli istituti penitenziari italiani (dato confermato sia dalla fonte del DAP che da Ristretti Orizzonti) a fronte di una presenza media di 60.610 detenuti ovvero un tasso di 8,7 su 10.000 detenuti mediamente presenti».

– Infine, il rapporto dedica le ultime pagine del capitolo dedicato al periodo pre-Covid-19 ai dati relativi ai costi del carcere, ai tassi di accesso alle misure alternative alla detenzione e all’andamento dei reati commessi in Italia negli ultimi mesi.

A tale ultimo proposito, Antigone sottolinea il trend decrescente che ha interessato quasi tutte le fattispecie delittuose nei primi mesi di quest’anno: «dal 1° gennaio al 31 marzo 2020 il totale generale dei delitti ha mostrato un trend in flessione (-29,2% rispetto all’analogo periodo del 2019). Secondo il Ministero dell’Interno sono stati denunciati 410.726 delitti nel I trimestre 2020 rispetto ai 579.735 del medesimo periodo del 2019. Tra i delitti in flessione nei periodi a confronto si segnalano: le rapine in abitazione (-20,4%); le rapine in banca (-40,7%); le rapine in uffici postali (-59,4%); le rapine in pubblica via (-23%); le estorsioni (-42,4%); i furti con strappo (-34,7%); i furti con destrezza (-31,9%); i furti in abitazione (-32%); i furti di autovetture (- 29,1%); la ricettazione (-31,1%)», oltre agli omicidi volontari (54 nei primi tre mesi del 2020, contro gli 84 dello stesso periodo dell’anno precedente) e di quelli ascrivibili a contesti di criminalità organizzata (3 contro 9). Risultano invece aumentati, rispetto al medesimo periodo del 2019, i reati di usura (+9,6%).

 

2. La seconda parte del rapporto (“Il carcere trasformato”) descrive invece la situazione delle carceri a partire dallo scoppio dell’emergenza Covid e si compone di tre sezioni

– Tra gli argomenti trattati nella prima sezione (“I fatti e i numeri”), particolare attenzione viene riservata innanzitutto al calo delle presenze, registrata a partire dal marzo ultimo scorso, in virtù dell’adozione delle misure deflattive. Osserva sul punto Antigone che, se da un lato «i detenuti sono calati notevolmente, sono 8.551 in meno rispetto a fine febbraio», dall’altro lato «resta però il fatto che il 15 maggio, come riferisce il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale […], i detenuti presenti erano 52.679, a fronte di una capienza regolamentare che al 30 aprile era di 50.438 posti». Si parla inoltre del problema dei contagi in carcere – problema che, rileva Antigone, ad oggi ha avuto fortunatamente una portata contenuta, con «119 contagiati tra le persone detenute di cui 2 in ospedale».

Ancora, diversi capitoli di questa prima sezione sono dedicati agli episodi di violenza e alle proteste esplose in diverse carceri italiane nella prima metà del mese di marzo, nel corso delle quali hanno perso la vita 13 detenuti («si aspetta che i magistrati facciano il loro mestiere e scoprano come e perché quei detenuti sono morti. Le versioni più accreditate parlano di overdose di metadone. Nel trambusto generale le infermerie sono state prese d’assalto. Storia che dice molto su chi vive in carcere: mentre tutto va all’aria c’è chi pensa al metadone, invece che a squagliarsela»).

Proteste delle quali, peraltro, secondo Antigone è stata data «un’immagine parziale, distorta», posto che «la maggior parte delle proteste infatti sono state pacifiche: si sono scritte lettere, si è parlato con i magistrati di sorveglianza, si è digiunato».

– Si parla poi anche delle note polemiche legate alla scarcerazione di alcuni esponenti, anche di spicco, della criminalità organizzata, sottoposti al regime previsto dall’art. 41 bis o.p.: sul punto, «si osserva che, in pochi giorni, il tema della sicurezza si è imposto su quello della tutela della salute, “stravolgendo” l’intera narrazione. La “passione contemporanea” nel punire (la definizione è di Didier Fassin) è tornata nel mainstream politico-mediatico, proprio mentre i numeri del sovraffollamento stavano tornando sotto i livelli di guardia. E, ancora una volta, la vexata quaestio di quale sia lo strumento più efficace e opportuno per contrastare la criminalità organizzata in ambito penitenziario viene affrontata dividendosi tra fazioni avverse, l’un contro l’altro armato».

Antigone passa poi a esporre gli esiti del monitoraggio condotto dall’Osservatorio sul superamento degli OPG e sulle REMS in merito all’impatto dell’emergenza da Covid-19 nelle REMS. «Dalla pur parziale rilevazione offerta dal questionario», inviato dall’Osservatorio a tutte le REMS, risulta che vi sia stata, da parte del sistema, «una buona risposta all’emergenza Covid-19».

– La successiva sezione della seconda parte del rapporto (intitolata “Come si è affrontato il Covid-19. Chi ha fatto cosa”) è dedicata alla ricostruzione e all’analisi delle principali iniziative assunte dall’amministrazione penitenziaria, dal legislatore, dalla magistratura, dal Granate nazionale, dai vari organismi internazionali.

– Infine, nella terza e ultima sezione della parte centrale del rapporto (“Antigone al tempo del Covid-19”) vengono presentate le diverse proposte, di riforma e di sostegno, formulate dalla stessa Antigone nel corso delle ultime settimane, allo scopo di intervenire – sul piano normativo e sul piano gestionale – per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria all’interno delle carceri.

 

3. Il rapporto di chiude con alcune riflessioni riguardanti la gestione del post emergenza: in questa terza e ultima parte, intitolata significativamente “I nodi aperti”, Antigone raccoglie numerosi contributi che offrono uno sguardo critico al futuro del sistema penitenziario, alla luce dei problemi, vecchi e nuovi, che l’emergenza da Covid-19 ha contribuito a far emergere all’interno del carcere.

 

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Il rapporto completo è scaricabile gratuitamente sul sito dell’associazione Antigone, a questo link.

Per leggere la cartella stampa, clicca qui.

A meeting of knowledge on individual and society
to bring out the unexpected and the unspoken in criminal law

 

ISSN 2612-677X (website)
ISSN 2704-6516 (journal)

 

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