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29.01.2020
Redazione

The art of story telling

«Un grande matematico, Stefan Banach, diceva che i bravi matematici sono capaci di cogliere le analogie. Lo stesso vale per i giuristi».

Anche il bravo giurista è capace di cogliere le analogie, e per farlo, naturalmente, è fondamentale che possieda in primo luogo il sapere tecnico. Ma non è sufficiente.

«Per accorgersi delle analogie il giurista non può accontentarsi delle regole interne alla disciplina di cui si occupa. È necessario dall’esterno, queste regole,  in modo da coglierne con distacco la natura e i limiti».

Un giurista deve – e sottolineo deve –  dedicare una cospicua parte del proprio tempo a cose che con il diritto, all’apparenza, non c’entrano nulla: leggere buoni romanzi, vedere buon cinema, anche buona televisione. Insomma nutrirsi di buone storie. Perché deve, si potrebbe legittimamente chiedere? Perché è l’arte del racconto a ricordarci come non esista una sola risposta di fronte ai dilemmi umani. Essi sono inevitabilmente ambigui. I personaggi dei buoni romanzi, dei buoni film, rappresentano i diversi punti di vista sul reale.

 

G. Carofiglio, La misura del tempo, Einaudi, 2019, pp. 109-110

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A meeting of knowledge on individual and society
to bring out the unexpected and the unspoken in criminal law

 

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