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Fascicolo 6/2021

Abstract. Il presente contributo analizza la sentenza n. 263/2019 in materia di reati ostativi minorili, sottolineando come la Corte costituzionale sia chiamata costantemente a riparare agli errori del legislatore nazionale. Per oltre quarant’anni, il problema centrale della disciplina dell’esecuzione minorile ha ruotato intorno all’art. 79 o.p., che estendeva la normativa esecutiva prevista per gli adulti anche ai condannati minorenni. Tale deficit normativo è stato poi colmato dal d.lgs. n. 121/2018, più volte messo in “stato d’accusa” per la sua insufficienza. A prescindere dalla necessità di ulteriori interventi legislativi in materia, quel che realmente desta maggior preoccupazione è la scarsa attenzione riposta nei confronti del minore-autore di reato. 

SOMMARIO: 1. Introduzione: la questione rimessa alla Corte. – 2. Le ragioni della pronuncia d’illegittimità costituzionale della norma censurata. – 3. Una passo indietro: la sentenza n. 259 del 2019. – 3.1. Tra nodi da sciogliere e seguito legislativo. – 4. Un “doppio” passo indietro: la sentenza n. 90 del 2017 come punto di partenza? – 5. La tutela penale del minore: le misure alternative alla detenzione. – 6. I permessi premio ed il lavoro all’esterno. – 7. Conclusioni: quale futuro per il minore detenuto? L’ultimo intervento della Corte

 

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