Was Judas guilty when he committed suicide?
La concatenazione suicidio-pena conduce all’argomento di Giuda Iscariota, discusso senza fine: ieri ed oggi. A sua volta – anche se scorporato da ogni dimensione teologica – esso inchioda il penalista al problema più aspro: quello da cui l’odierno diritto criminale preferisce (erroneamente) supporsi affrancato.
Ma proprio le domande che escono da quelle su Giuda, e su ciò che produce il crimine, permangono come una cappa pure sui sistemi odierni della «giustizia» laica e sulle sue categorie costitutive […]
Era «incalzato da furie» […]. Fuggiva per aver peccato. Così isolatosi, Giuda Iscariota punì se stesso impiccandosi […].
II tema del suicidio qui implica e spalanca quello della responsabilità individuale con domande che gravano come massi pure sul versante laico. Che cosa determina il male (per noi: il crimine)? Lo si può addebitare solo a un individuo, così da punire lui?
La speculazione filosofica moderna – quando giunge all’argomento – si fa concitata. Fra i destinatari di una insistenza straordinaria stanno i Giuristi […]
Nella tragedia di Giuda viene rappresentata una forza immane che lo grava: aliquid «mot[um] ab alio». È potenza in atto, e viene dall’esterno […]. Nel Nuovo testamento le condotte sono necessitate. L’agire dell’uomo dentro alla storia è indicato come un adempiere; come un «riempire» tasselli già approntati […].
Il problema esce da lì: come può esservi crimine, responsabilità, castigo, se l’individuo è compresso da altro? L’insistenza può servire: almeno la storia degli ultimi secoli (a partire da Kant) risulta inequivoca: non sono interrogativi di natura esclusivamente religiosa