Credits to Pixabay.com
21.10.2020
Redazione

Il libero arbitrio: il problema difficile

Giuda era colpevole quando si suicidò?

La concatenazione suicidio-pena conduce all’argomento di Giuda Iscariota, discusso senza fine: ieri ed oggi. A sua volta – anche se scorporato da ogni dimensione teologica – esso inchioda il penalista al problema più aspro: quello da cui l’odierno diritto criminale preferisce (erroneamente) supporsi affrancato.

Ma proprio le domande che escono da quelle su Giuda, e su ciò che produce il crimine, permangono come una cappa pure sui sistemi odierni della «giustizia» laica e sulle sue categorie costitutive […]

Era «incalzato da furie» […]. Fuggiva per aver peccato. Così isolatosi, Giuda Iscariota punì se stesso impiccandosi […].

II tema del suicidio qui implica e spalanca quello della responsabilità individuale con domande che gravano come massi pure sul versante laico. Che cosa determina il male (per noi: il crimine)? Lo si può addebitare solo a un individuo, così da punire lui?

La speculazione filosofica moderna – quando giunge all’argomento – si fa concitata. Fra i destinatari di una insistenza straordinaria stanno i Giuristi […]

Nella tragedia di Giuda viene rappresentata una forza immane che lo grava: aliquid «mot[um] ab alio». È potenza in atto, e viene dall’esterno […]. Nel Nuovo testamento le condotte sono necessitate. L’agire dell’uomo dentro alla storia è indicato come un adempiere; come un «riempire» tasselli già approntati […].

Il problema esce da lì: come può esservi crimine, responsabilità, castigo, se l’individuo è compresso da altro?  L’insistenza può servire: almeno la storia degli ultimi secoli (a partire da Kant) risulta inequivoca: non sono interrogativi di natura esclusivamente religiosa

M. Nobili, L'immoralità necessaria. Citazioni e percorsi nei mondi della giustizia, il Mulino, 2009, pp. 60-61

Altro

Un incontro di saperi sull’uomo e sulla società
per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

La Rivista non impone costi di elaborazione né di pubblicazione