09.09.2020
Alessandro Rudelli

The opening of the Building site on criminal law and languages

Legal discourse and new languages ​​of contemporary societies: a transdisciplinary laboratory

Issue 9/2020

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1. Perché il Cantiere su diritto penale e linguaggi.

Il discorso giuridico è un fatto comunicativo che instaura un ordine nel mondo discriminandone gli avvenimenti.

Ancor di più: per il semplice fatto di enunciarle, il discorso giuridico chiama ad esistere le persone, assegna a ciascun parlante il proprio ruolo attoriale, distribuisce cose ed eventi formalizzando scale di valori.

Comunque la si voglia intendere, l’architettura del discorso giuridico è l’espressione di una forza che posiziona ciò che nomina, associando a tale posizione un significato pubblico al quale è d’obbligo attenersi.

Nella sua articolazione argomentativa, nel suo avere a che fare con tutti gli snodi del sistema sociale, il linguaggio giuridico è peraltro necessariamente immerso in uno spazio argomentativo plurale ove si intrecciano indefinite altre formulazioni e strutture di linguaggio.

Qualunque ne sia la specifica connotazione (scientifica, artistica, politica, clinica od altro via via enucleando) e qualunque ne sia la forma d’espressione (testuale, audiovisiva, corporea, convenzionale, eccetera), la molteplicità dei linguaggi non è vocata all’incomunicabilità, ma apre piuttosto ad una sorta di polisemia del soggetto vivente.

I linguaggi co-presenti non sono ad ogni modo in posizione paritetica: vi è come un conflitto permanente tra loro che ne determina la gerarchia.

Questa instabile condizione entra in profonda crisi quando i “ponti” tra i diversi ordini discorsivi sono sul punto di saltare; quando cioè si determina una sempre più netta divaricazione tra le procedure di senso sostenute dall’impianto normativo e i processi di significazione intessuti dagli altri linguaggi.

Oggigiorno questa dimensione critica è manifesta.

Nelle società contemporanee si sta assistendo alla proliferazione di nuovi linguaggi e all’irruzione di inattese varietà del comunicare e del costruire relazioni, soggettività, condivisioni, esperienze.

La definizione stessa di comunità è in profonda riformulazione e con essa sono in metamorfosi i processi di inclusione o di esclusione, così come sono vieppiù instabili le categorie del ‘normale’ e del ‘patologico’, del normativo e dell’arbitrario.

Tutte le cosiddette “grandi narrazioni” sono innanzi alla necessità di una riconfigurazione delle proprie strutture di significazione.

Non c’è bisogno soltanto di nuove parole ma, ancor più, avanza l’inevitabilità dell’introdursi in inediti scenari con il coraggio di metter mano a nuove possibilità argomentative.

Quando le enunciazioni del diritto, in particolare modo del diritto penale, si esprimono nella stereotipia di formule affini ad un dettato monologante fatto di vecchie parole non di rado orfane di senso, la loro chiusura autoreferenziale, per quanto retta da fonti e da dottrina, è destinata a divenire espressione di un puro esercizio di potere.

Sul crinale di questo sgretolamento, il progetto culturale ed editoriale DPU apre il Cantiere su diritto penale e linguaggi: un’esperienza laboratoriale di ricerca e studio nella quale sostenere l’incontro tra differenti saperi per accedere ad un lavorìo di risignificazione del discorso giuridico nella sua correlazione con gli altri linguaggi della contemporaneità.

 

2. Cos’è il Cantiere su diritto penale e linguaggi.

Il Cantiere su diritto penale e linguaggi non si colloca su un piano di astrazioni categoriali, ma si muove nella coniugazione tra le pratiche e i modelli teorici, in un continuo rimando tra esperienze concrete e produzioni concettuali.

Nel gruppo di lavoro che anima il Cantiere sono presenti clinici (psicoterapeuti, psichiatri, criminologi, pedagogisti), operatori del diritto (avvocati, giuristi, giudici), studiosi delle scienze umane (filosofi, sociologi, antropologi, semiotici), ricercatori (tra i quali neuroscienziati e studiosi dell’Intelligenza Artificiale), ma anche operatori attivi nella comunicazione digitale, nei network, nelle discipline del visuale, nell’arte contemporanea e nei gender studies.

Il metodo di lavoro è quello del case study: a partire dalla trattazione approfondita di emblematici episodi giudiziari nei quali si mostrano in nuce gli attriti tra i linguaggi, si apre un’analisi collettiva orientata in una prospettiva transdisciplinare.

Ovvero si sostiene uno studio aperto strutturato su molteplici livelli intenzionati ad intercettare creativamente una realtà multidimensionale.

L’istanza transdisciplinare non è votata alla “soluzione di un problema” con il ricorso a differenti tecniche, così come non è piegata alla stabilizzazione degli orizzonti di senso che delimitano ciascuna disciplina presa in sé stessa.

Con il richiamo alla transdisciplinarietà, si vogliono mettere all’opera i differenti saperi con una vocazione produttiva piuttosto che confermativa.

Voler costruire l’imprevisto: il non-ancora-visto, il non-visibile con le lenti ordinariamente in uso.

 

3. Com’è il Cantiere su diritto penale e linguaggi.

Ancorandosi al terreno dell’esperienza concreta, l’intenzione è quindi aprirsi all’individuazione delle fratture di senso, al riconoscimento degli slittamenti semantici, alla scoperta dei distanziamenti tra la parola giuridica e gli altri linguaggi, favorendo la costituzione di una “comunità di ricerca” nella quale, a diverso titolo e con differenti modalità, possano contribuire attivamente più interlocutori nell’ottica di sostenere un programma aperto di analisi e studio “sul campo”.

Per sostenere tale prassi laboratoriale, il Cantiere su diritto penale e linguaggi individua alcuni fenomeni-sentinella che, per le loro caratteristiche, si prestano ad essere particolarmente suggestivi delle rapide trasformazioni in corso nella società contemporanea.

Sono state quindi individuate le due seguenti aree tematiche a partire dalle quali avviare gli studi di caso nella forma laboratoriale precedentemente indicata:

 

 3.1. Diritto penale e linguaggi della clinica nelle società dell’addiction.

Le patologie delle dipendenze si sono profondamente trasformate in questi decenni, essendo passate dalla classificazione di “compromissioni indotte dall’uso di droghe” alla registrazione di una molteplicità di manifestazioni di additività con e senza sostanze a rilevanza epidemica psico-socio-sanitaria riferibili tanto ai singoli individui quanto agli stessi corpi sociali.

Le additività sembrano andare oltre la dimensione del patologico e dell’antigiuridico, per disegnare piuttosto una sorta di “ordinario funzionamento collettivo”.

Come si pone il diritto penale nei confronti di un fenomeno di tale profondità ed ampiezza?

Quali i collegamenti tra il clinico e il giudiziario?

Quali le reciproche incomprensioni tra i differenti ordini di linguaggio?

Ma più in generale, quali sono gli intrecci tra il “curare” e il “giudicare”, tra il “prescrivere sanitariamente” e il “prescrivere normativamente”?

E il concetto stesso “dell’aver cura”; ovvero le categorie dell’altro, dell’identità, della relazione: come si stanno ridefinendo nelle società contemporanee, e quali riverberi determinano nel corpo del diritto?

 

3.2. Diritto penale e nuovi linguaggi digitali, social e audiovisivi.

Con lo straordinario sviluppo dei social e delle comunicazioni digitali, i linguaggi si stanno progressivamente disancorando dal contenuto di testo per avvicinarsi a formulazioni audiovisive.

La psicologia, la sociologia, la pedagogia, la medicina, la stessa antropologia si stanno interrogando sui cambiamenti radicali che i soggetti viventi stanno attraversando nelle proprie relazioni e nella stessa definizione possibile di “soggetto” o di “individuo”.

 Sexting, hate speech, cyberbullismo, revenge porn, definizione di corpo, individuazione del bene giuridico, sono solo alcuni dei termini che stanno divenendo oggetti linguistici, concettuali e normativi attorno ai quali lavorare per comprendere le società attuali, il loro divenire e la stessa antigiuridicità delle condotte.

Come si colloca il discorso giuridico in questa autentica rivoluzione dei linguaggi e delle pratiche?

E quali riconfigurazioni di linguaggio sono prodotte dall’arte contemporanea, dai new media, dalle discipline del visuale?

Quanto questi nuovi linguaggi stanno modificando le stesse possibilità del dire, del comprendere, del comunicare e del rappresentare; con quali conseguenze per la lingua del diritto?

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Su un altro piano, collegato ai lavori laboratoriali ma non legato direttamente alla specifica trattazione del caso giudiziario, il Cantiere su diritto penale e linguaggi intende favorire un ambiente di confronti e contaminazioni teoriche e pratiche nel quale si possano mettere a disposizione interlocuzioni, riflessioni, contributi, studi provenienti da tutti gli ambiti disciplinari in una libera circolazione di stimoli e suggestioni alla ricerca di parole-chiave da sottoporre ad analisi, direttrici di ricerca di sviluppare, piani di approfondimento da curare, aree di concettualizzazione da dischiudere con riferimento al tema delle correlazioni tra il linguaggio del diritto e gli altri linguaggi nelle società contemporanee.

Tali contributi potranno avere la forma dell’elaborato scritto conforme alle regole editoriali della rivista DPU, o potranno essere prodotti nel formato audiovisivo della conversazione o dell’intervista, ferma restando la garanzia del loro rigore scientifico.

Il Cantiere su diritto penale e linguaggi è inoltre orientato alla acquisizione, sia per fini di studio che per la diffusione anche mediante ripubblicazione, di studi, articoli, documenti, analisi in tema di correlazioni tra il linguaggio giuridico e altri linguaggi, che si distinguano per la loro originalità nei contenuti, nella metodica di ricerca o nella articolazione espositiva.

Per favorire la trasmissione delle conoscenze, il Cantiere è aperto alle proposte di collaborazione culturale per avviare e sviluppare servizi a disposizione di un’ampia comunità di ricerca.

Tra questi:

  • un continuo monitoraggio delle pubblicazioni e dei lavori originali prodotti in ambito universitario o in altre sedi di studio e ricerca sui temi del Cantiere su diritto penale e linguaggi;
  • la preparazione di indicazioni bibliografiche, recensioni di volumi e percorsi tematici di studio e lettura;
  • il collegamento scientifico e il link con altri gruppi di ricerca ed enti attivi negli studi allargati sul linguaggio giuridico.

L’organizzazione di specifiche iniziative di studio, seminari, workshop e formazioni fa evidentemente parte delle coordinate di approfondimento del Cantiere.

Col Cantiere su diritto penale e linguaggi quindi, al quale farà seguito l’apertura di ulteriori Cantieri di lavoro su altri piani tematici caratterizzati da impianti metodologici affini e in reciproco collegamento tra loro, DPU apre ad una coraggiosa prospettiva di lavoro nella quale il sapere si identifica come quel processo produttivo ove è esplicitamente messa in gioco la volontà di modificare il presente stato delle cose.

Altro

A meeting of knowledge on individual and society
to bring out the unexpected and the unspoken in criminal law

 

ISSN 2612-677X (website)
ISSN 2704-6516 (journal)

 

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