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Issue 5/2020

Può spiegarci a cosa serve la coscienza – ipotizzando che non si sarebbe evoluta se non servisse a qualcosa –?

In realtà, la coscienza in sé potrebbe non servire a nulla; potrebbe essere un sottoprodotto di qualcos’altro che si è evoluto come forma di adattamento. Infatti, per come la vedo io, il vivere alla giornata, la facoltà di fare libere associazioni, il flusso di coscienza fuori dal nostro controllo rappresentano il prezzo che dobbiamo pagare per il maggior grado di libertà di cui godiamo rispetto a qualsiasi altro essere vivente. Proprio perché abbiamo la capacità di pensare a tutto, dobbiamo imparare a controllare il nostro pensiero, e quindi a educare le nostre menti.

Il vivere alla giornata, la facoltà di fare libere associazioni, il flusso di coscienza fuori dal nostro controllo rappresentano il prezzo che dobbiamo pagare per il maggior grado di libertà di cui godiamo rispetto a qualsiasi altro essere vivente

Uno dei più importanti interrogativi posti dagli scienziati, dagli psicologi e dai filosofi di tutti i tempi (incluso lei stesso)[1] è se il libero arbitrio sia un’illusione. Qual è il suo punto di vista?

Il libero arbitrio è un’illusione nello stesso senso in cui il colore è un’illusione. Gli atomi non sono colorati, ma quando gli organismi multicellulari dotati della capacità di riconoscere il colore osservano aggregazioni di atomi, li percepiscono come colorati. È un’illusione molto utile, poiché la percezione dei colori, sviluppata con l’evoluzione, solitamente ci trasmette informazioni su ciò che ci interessa. Allo stesso modo, l’evoluzione ci ha resi capaci di fare scelte sulla base di una certa prospettiva, dopo aver valutato le alternative. Inoltre, siamo dotati della capacità di adattamento, grazie alla quale possiamo decidere di schivare un sasso che ci viene lanciato contro, oppure decidere di non farlo se, per un qualunque motivo, ritenessimo preferibile essere colpiti.

Il libero arbitrio è un’illusione nello stesso senso in cui il colore è un’illusione. Gli atomi non sono colorati, ma quando gli organismi multicellulari dotati della capacità di riconoscere il colore osservano aggregazioni di atomi, li percepiscono come colorati

Anche l’autonomia è un’illusione? Che differenza c’è tra autonomia e libero arbitrio?

Autonomia significa autocontrollo, che è il contrario di essere sotto il controllo di un altro agente o di essere fuori controllo. Esistono alcuni casi limite, ma in generale la distinzione è piuttosto netta. Possiamo essere portati a credere con l’inganno di essere autonomi, quando in realtà siamo manipolati, ma questo è un caso particolare. Il libero arbitrio rappresenta semplicemente l’autonomia di un essere umano nell’immaginare il futuro e fare progetti, e nell’assumersi le proprie responsabilità.

 

Esiste un intenso dibattito neuroscientifico sul tema del processo decisionale: l’attenzione si focalizza, in particolare, sull’influenza della coscienza e dell’inconscio. Dove si colloca lei, all’interno del dibattito?

Certamente il processo decisionale è influenzato da aspetti di cui siamo consapevoli, ma anche da altri che sono assolutamente inconsci. Possiamo rifiutare le manipolazioni nascoste che le persone cercano di mettere in atto. Ovviamente, non appena le si scopre, è possibile neutralizzarle. È una sorta di corsa agli armamenti.

 

Ritiene che le persone siano libere di scegliere come agire? Più in particolare, cosa può dirci a proposito dei «gradi di libertà»[2]?

Dal punto di vista tecnico, il concetto dei gradi di libertà è assolutamente condiviso, e ritengo che si adatti molto bene a descrivere il senso di libertà associato al libero arbitrio. Se abbiamo le mani legate, le braccia e le mani non avranno alcun grado di libertà. Allo stesso modo, se zoppichiamo, non siamo in grado di correre, saltare, passeggiare o arrampicarci. Ma abbiamo ancora la voce. Se veniamo messi a tacere, siamo pur sempre in grado di pensare! Esistono milioni di gradi di libertà nella nostra mente ma, naturalmente, preferiamo essere liberi di realizzare i progetti e seguire le intenzioni che abbiamo in mente quando lo riteniamo più opportuno.

Certamente il processo decisionale è influenzato da aspetti di cui siamo consapevoli, ma anche da altri che sono assolutamente inconsci. Possiamo rifiutare le manipolazioni nascoste che le persone cercano di mettere in atto. Ovviamente, non appena le si scopre, è possibile neutralizzarle. È una sorta di corsa agli armamenti

Nel suo libro Dai batteri a Bach, lei scrive che «la coscienza umana è diversa da tutte le altre varietà di coscienza animale poiché è per lo più un prodotto dell’evoluzione culturale, che installa nel nostro cervello una gran quantità di parole e molti altri strumenti per pensare, creando in tal modo un’architettura cognitiva diversa dalla mente “bottom-up” degli altri animali. Fornendo alla mente sistemi di rappresentazione, questa architettura dota ciascuno di noi di una prospettiva – un’illusione dell’utente – da cui abbiamo un accesso limitato, distorto, ai meccanismi del nostro cervello»[3].

Può dirci di più sul concetto di “illusione dell’utente”?

Così come gli ingegneri informatici hanno ideato l’illusione dell’utente di uno smartphone in modo che questi non abbia alcuna conoscenza circa il funzionamento incredibilmente complesso del dispositivo, allo stesso modo l’evoluzione ha creato l’illusione dell’utente del corpo e del mondo in cui vive, “etichettando” tutto ciò che è importante con colori, suoni o “sensazioni”, in modo che il cervello sia in grado di controllare l’uomo senza aver bisogno di conoscerne il funzionamento.

 

Aggressività e controllo degli impulsi: qual è la relazione tra i due? Secondo lei, quali sono i possibili determinanti (ambientali, genetici e così via) del comportamento aggressivo? Da che cosa dipendono le differenze individuali nel controllo degli impulsi?

I bambini non nascono con la piena capacità di controllare i propri impulsi. Alcuni bambini presentano delle mancanze in questo senso, che con la crescita possono tramutarsi in un vero e proprio problema, a meno che non si intervenga in qualche modo per favorire lo sviluppo di tale controllo. Fortunatamente, esistono interventi non invasivi che possono essere porti in essere. I livelli di autocontrollo degli adulti rappresentano i requisiti fondamentali del libero arbitrio. L’impulsività pura non è libero arbitrio, è agire senza alcun controllo.

 

Quali sono, secondo lei, le più importanti connessioni tra i progressi in ambito neuroscientifico e il diritto penale?

Esistono diverse connessioni, ma non sono così evidenti. Man mano che faremo progressi in questo campo, senza dubbio acquisiremo nuove conoscenze su categorie di esseri umani meno dotati di autocontrollo, meno ragionevoli di quanto pensassimo, e impareremo a rapportarci a loro proprio come si fa con i bambini che si comportano male.  Dovremo affidarli a un custode, qualcuno che vegli su di loro, almeno, per tenerli fuori dai guai.

Esistono diverse connessioni, ma non sono così evidenti. Man mano che faremo progressi in questo campo, senza dubbio acquisiremo nuove conoscenze su categorie di esseri umani meno dotati di autocontrollo, meno ragionevoli di quanto pensassimo, e impareremo a rapportarci a loro proprio come si fa con i bambini che si comportano male

 

Dati i limiti della coscienza umana, fino a che punto le persone sono responsabili dei propri atti? Crede che dovremmo spostare la nostra prospettiva dall’idea di punizione a quella della prevenzione della criminalità?

Assolutamente no!

La maggior parte delle persone è pienamente capace di assumere il controllo della propria vita, e dovrebbe essere loro garantita la libertà di muoversi, di fare promesse, di sottoscrivere contratti, e così via, con la consapevolezza che il corrispettivo, il prezzo che dobbiamo essere disposti a pagare per questa gloriosa libertà, è la possibilità del ricorso allo strumento punitivo qualora si infrangano le leggi.

La maggior parte delle persone considera tutto questo una occasione preziosa, un’offerta che non può essere rifiutata. La perdita della libertà e dell’autonomia, che sono principi alla base di qualsiasi accordo di custodia, è un sacrificio enorme. Facendo un semplice esempio, se venissi sorpreso per eccesso di velocità e mi offrissero la possibilità di scegliere tra una sanzione (una multa salata) e il ritiro definitivo della patente di guida, sceglierei sicuramente la sanzione.

La perdita della libertà e dell’autonomia, che sono principi alla base di qualsiasi accordo di custodia, è un sacrificio enorme. Facendo un semplice esempio, se venissi sorpreso per eccesso di velocità e mi offrissero la possibilità di scegliere tra una sanzione (una multa salata) e il ritiro definitivo della patente di guida, sceglierei sicuramente la sanzione

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[1] D.C. Dennett, Some observations on the psychology of thinking about free will, in J. Baer, J.C. Kaufman, R.F. Baumeister (Eds.), Are we free? Psychology and free will, Oxford University Press, pp. 248 ss.

[2]D.C. Dennett, Consciousness, the brain, and degrees of freedom, relazione tenuta nell’ambito della Conferenza Moral Psychology: From Neurons to Norms, Beirut, 24 maggio 2018.

[3] D.C. Dennett, Dai batteri a Bach. Come evolve la mente, Cortina, 2018, p. 407.

Altro

A meeting of knowledge on individual and society
to bring out the unexpected and the unspoken in criminal law

 

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