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Fascicolo 4/2019

Abbiamo chiesto a Franco Taroni, Professore Ordinario di Statistica forense presso l’Ecole des sciences criminelles della Facoltà di Diritto, di Scienze Criminali e di Amministrazione Pubblica dell’Università di Losanna, di rispondere ad alcune domande in merito a una importante iniziativa, promossa dalla stessa Ecole des sciences criminelles, rappresentata dal corso on-line intitolato “Challenging Forensic Science: How Science Should Speak to Court?– “La science forensique au tribunal: Témoin digne de foi?”, nella sua versione francese – oggi disponibile gratuitamente, in formato MOOC (Massive Open Online Course) sulla piattaforma Coursera.

 

Quali sono le ragioni di fondo che hanno ispirato la nascita del progetto?

Le ragioni di fondo che hanno ispirato questo progetto nascono, prima di tutto, dal nostro interesse per la parte interpretativa delle scienze forensi, cioè quella legata alla quantificazione del valore probatorio di un’informazione come, per esempio, quella scientifica, settore che in inglese è conosciuto sotto il nome di forensic statistics (statistica forense).

In secondo luogo, il progetto origina dalla nostra esperienza come insegnanti in corsi e worskhop indirizzati non solo agli studenti universitari in scienze forensi e in giurisprudenza (lasciatemi sottolineare che gli studenti di giurisprudenza di livello Master seguono obbligatoriamente un corso di introduzione al ragionamento probabilistico in ambito forense), ma anche agli operatori del settore, come gli scienziati dei laboratori o i giuristi (avvocati e magistrati).

 

Di cosa vi siete accorti durante le vostre attività d’insegnamento?

Che la materia è sovente molto tecnica e che, parlando di calcolo delle probabilità per quantificare il valore di un indizio e ancor più per quantificare il valore di un’ipotesi d’interesse – per esempio, che il sospetto abbia o meno compiuto una determinata azione (aspetto questo che rappresenterà la base necessaria per poter prender una decisione coerente) –, l’interlocutore, studente od operatore, è talvolta disarmato (per mancanza di conoscenze scientifiche specifiche) e sovente scoraggiato (per la complessità dei modelli interpretativi).

 

Come rispondere a questi problemi?

Ci è parso importante permettere a tutti – e quando diciamo tutti intendiamo studenti e operatori, ma anche tutte le persone interessate al ruolo delle scienze forensi come mezzo di soluzione di problemi – di poter acquisire una base solida per sensibilizzarsi agli aspetti interpetativi della cosiddetta “prova scientifica”. Sono questi gli aspetti che maggiormente causano incomprensioni sul valore delle informazioni e causano false interpretazioni e conclusioni.

A questo proposito, mi sia permesso di aggiungere una citazione, importante secondo noi, per illustrare l’importanza del ragionamento probabilistico per la risoluzione di problemi complessi come ad esempio quelli che caratterizzano il campo forense.

Marco Mondadori, professore di filosofia della scienza, scriveva:

«di ragionamenti facciamo un uso essenziale ed esplicito quando dobbiamo risolvere problemi importanti, si tratti di problemi pratici relativi a decisioni che influenzano significativamente la nostra vita oppure di problemi teorici che hanno a che vedere con la nostra conoscenza del mondo fisico e sociale. Così, la disponibilità di strumenti logici potenti e accessibili a tutti è essenzialmente una questione di democrazia, in quanto investe la possibilità dei cittadini di comprendere e controllare i processi decisionali da cui dipendono il loro benessere e la loro stessa vita»[1].

Il nostro corso MOOC (Massive Open Online Course) si ispira fortemente a questa frase e ambisce a rendere manifesta l’importanza del ragionamento probabilistico in ambito penale al fine di evitare errori giudiziari.

Mi accorgo ora che mi esprimo usando il soggetto “ noi” e l’aggettivo “ nostro”. Per nostro, intendo, ovviamente, il pensiero di Christophe Champod, Tacha Hicks e Alex Biedermann, miei colleghi all’Ecole des Sciences Criminelles della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Losanna, Svizzera.

 

Qual è lo scopo che voi, organizzatori del corso, intendete raggiungere mettendo a disposizione questa risorsa?

Lo scopo, come in parte riportato nelle risposte precedenti, è quello di sensibilizzare il grande pubblico, attraverso l’analisi di procedimenti giudiziari dove la prova scientifica ha avuto un ruolo fondamentale nella condanna, a come errate interpretazioni della prova scientifica possano condurre ad errori giudiziari.

 

Secondo voi, si dovrebbe sviluppare uno spirito d’analisi critica verso la prova scientifica?

Direi di sì, va ovviamente sottolineato che lo scopo del corso non è quello di allarmare il pubblico in merito all’utilizzo delle prove scientifiche e alle sue potenzialità, ma di sottolineare che queste prove devono essere correttamente gestite nella fase interpretativa sia dallo scienziato forense che dal giurista.

Durante il corso si fa riferimento costante alle linee-guida in materia di valutazione della prova scientifica – redatte e pubblicate della European Network of Forensic Science Institutes (ENFSI), organizzazione ombrello a livello europeo che raggruppa i laboratori forensi – che mettono in evidenza il carattere totalmente probabilistico della prova scientifica. Il corso MOOC desidera, in particolare,  analizzare dei casi reali sotto l’ottica espressa nelle linee-guida.

Ovviamente, questo modo di quantificare e presentare la prova nei rapporti peritali e al processo avrà ripercussioni su come i giuristi (pubblico ministero e avvocati della difesa) dovranno gestire quest’informazione al fine di argomentare le loro tesi.

 

Quali sono, a Suo avviso, le maggiori potenzialità del progetto?

Ammettiamo che il corso MOOC crei interesse e sensibilità sull’argomento della valutazione della prova scientifica, cosa che speriamo vivamente dato che attualmente oltre 800 persone si sono iscritte al corso.

Possiamo immaginare che ai periti si domandi viepiù quali siano le basi scientifiche per poter accettare le conclusioni dei lavori peritali, e che pertanto quest’ultimi debbano essere pronti a rispondere in questo senso.

Inoltre, possiamo immaginare che avvocati e pubblici ministeri siano più attenti a questo aspetto per poter meglio strutturare le loro rispettive strategie e porre domande efficaci ai periti in sede dibattimentale al fine di utilizzare al meglio, e correttamente, tutti gli indizi a disposizione.

 

Allo stato attuale, quali sono i limiti oggettivi (e gli eventuali “fraintendimenti”) connessi alla scienza forense?

Questa domanda richiederebbe una risposta articolata che potrebbe essere raccolta in un libro intero. Mi sia concesso di focalizzarmi su un solo aspetto ben specifico, relativo a come dovrebbe esprimersi un perito nella parte detta di “conclusione”  del  suo lavoro peritale.

Possiamo oggigiorno ancora accettare che periti si esprimano affermando che, per esempio, il Signor X è all’origine di una determinata traccia – vale a dire periti che si esprimano su una delle ipotesi d’interesse giuridico e decidano su di essa? La risposta è “no”. Possiamo ancora accettare che periti si esprimano affermando che le osservazioni fatte su un determinato reperto sono compatibili con una tesi ben precisa e non offrano dunque una valutazione bilanciata?  La risposta è anch’essa “no”. Possiamo ancora accettare che periti si esprimano affermando che, per esempio nel settore della genetica forense e dunque nel settore del DNA, una determinata caratteristica genetica possa ritrovarsi in una popolazione di riferimento con una frequenza relativa inferiore a 1 su tutti gli abitanti del globo? La risposta è ancora “no”.

Il corso MOOC mette in evidenza tutte queste problematiche e offre la soluzione adeguata, corretta e conforme alle linee-guida internazionali: la soluzione probabilistica legata all’approccio Bayesiano.

 

Può dirci di più in merito a questo approccio?

Che posso dire… Per scoprirlo, non vi resta che seguire gratuitamente il corso MOOC che attualmente è offerto in lingua inglese e in lingua francese sulla piattaforma Coursera (www.coursera.org).

 

Per ulteriori informazioni in merito al corso, si veda altresì la relativa Segnalazione, del 3 aprile 2019, a cura della Redazione.

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[1] M. Mondadori, M. D’Agostino, Logica, Bruno Mondadori, 1997, p. 1.

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