Programma DPU

In meno di un minuto, la sintesi del progetto editoriale Diritto Penale e Uomo (DPU) – Criminal Law and Human Condition.

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In questa sezione è possibile leggere il programma editoriale che ha ispirato la nascita della Rivista DPU.

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Diritto Penale e Uomo (DPU) – Criminal Law and Human Condition è l’espressione di un ampio progetto culturale impegnato ad affrontare con determinazione e rigore scientifico le articolazioni di senso, i funzionamenti, gli effetti e le aporie del diritto penale nella società contemporanea.

Sempre più spesso, infatti, sembra che le parole del diritto e le decisioni che da esse derivano stiano perdendo il collegamento con l’essere umano, con la vita concreta, con la dimensione comunitaria e relazionale del vivere sociale, e che le scelte di politica criminale assunte negli ultimi decenni siano disancorate da una previa attenta analisi dei reali problemi della collettività umana.

È come se stessimo assistendo, come spettatori inattivi, a un progressivo sgretolamento delle fondamenta su cui poggia il sistema della giustizia penale e stessimo avvertendo, al tempo stesso, quanto questo sistema sia sempre più caratterizzato dal distanziamento tra il mondo dei fatti e il mondo dei significati e dall’aver perso di vista l’oggetto principale di suo interesse: l’uomo e il suo comportamento.

Ci si rende conto, in estrema sintesi, che il diritto penale è pericolosamente chiuso su se stesso; che esso, troppe volte, è arroccato in un ordine interpretativo che lo rende poco capace di costruire autentiche interlocuzioni con le persone, con i processi socio-culturali e con gli altri linguaggi scientifici; e, infine, che il diritto penale, se così caratterizzato, corre francamente il rischio di divenire, come già denunciato da numerosi intellettuali, mera espressione di puro esercizio di un potere autoritario.

Per evitare il collasso o l’autoreferenzialità, è quindi necessario acquisire una rinnovata prospettiva di analisi, interpretazione e critica del diritto penale vigente: partire dai dati dello ius conditum, ma rileggerli alla luce delle acquisizioni, degli stimoli, delle contaminazioni con le altre scienze, nel tentativo di riportare l’uomo al centro dell’attenzione, anche in sede di applicazione giurisprudenziale, e di sviluppare una proficua prospettiva di ricerca di nuove soluzioni de iure condendo.

Qui sta dunque il senso del progetto DPU: occorre mettere mano, testa e nuove risorse al servizio di una complessiva riconsiderazione e riassegnazione di senso al diritto penale (sostanziale e processuale) e al sistema sanzionatorio a esso connesso.

Ciò richiede, per forza di cose, di “uscire” allo scoperto, di lasciare il territorio autoreferenziale del tradizionale schema mentale strettamente tecnico-giuridico per aprire l’attenzione, l’ascolto e la sensibilità verso altri linguaggi e verso altre forme comunicative, proprie di altre discipline, che stanno manifestando (loro sì) una potente capacità di inedita significazione.

Il riferimento è alle differenziate scienze umane, alle analisi delle società digitalizzate, alle neuroscienze, alle discipline fisico-matematiche e alle metodiche logico-computazionali e, più in generale, a tutti gli studi teorici e applicati che stanno uscendo dalle formule stereotipate d’espressione, per porre interrogazioni all’altezza delle trasformazioni sociali, tecniche e finanche antropologiche irreversibilmente in atto.

Del resto, i risultati di conoscenza e i procedimenti scientifici che stanno riorganizzando la comprensione del mondo non sono da intendersi come “prodotti” di discipline ancillari al diritto penale che possano essere utilizzati, all’occorrenza, per sostenere, in modo posticcio, alcune affermazioni teoriche o per dimostrare, in sede processuale, alcuni aspetti probatori. Piuttosto, si è innanzi alla necessità, per il diritto penale, di aprirsi sempre più al confronto autentico con il pensiero scientifico e di interloquire a pari livello con altre discipline che si occupano, seppure con prospettive differenti, dell’uomo e della sua esistenza all’interno della società contemporanea, al fine di sostenere un piano proficuo di scambi conoscitivi con altri ordini discorsivi e argomentativi.

L’accesso alla pluralità dei linguaggi è un impegno squisitamente transdisciplinare che intende arginare le banalità assertive, la chiacchiera brillante o la loquace apparenza del “senso comune”. Gli intrecci tra differenti codici comunicativi, per non diventare una cacofonia inaudibile e insignificante devono però realizzarsi assicurando il dovuto rigore scientifico e semiotico.

Per questi motivi il progetto DPU intende promuovere, sostenere e praticare l’incontro costruttivo scientificamente fondato tra il diritto penale e le discipline extra-giuridiche, specialmente quelle che sono in grado di “aprire” il mondo della legge, ora chiuso asfitticamente su se stesso, al mondo vivente dell’uomo in rapidissima trasformazione, ma anche favorire la pratica auto-riflessiva del diritto penale.

Il progetto DPU si sviluppa con un programma editoriale che, oltre alla pubblicazione della Rivista, ha intenzione di organizzare e promuovere convegni, incontri di studio, seminari, laboratori transdisciplinari di ricerca, eventi formativi e informativi, simposi e confronti giuridico-scientifici, anche a livello internazionale.

L’obiettivo complessivo del progetto è quello di far convergere differenti linguaggi su un piano di lavoro e confronto orientato alla riassegnazione di senso all’esercizio del diritto penale.

In particolare, attraverso la Rivista DPU sarà favorito e sviluppato l’incontro tra il mondo del diritto e quello delle scienze umane (come la medicina, la psicologia, la criminologia e la neurobiologia), delle scienze sociali (come la sociologia e l’antropologia), della filosofia della mente e della filosofia del diritto, delle scienze fisiche e matematiche, delle scienze economiche, delle discipline della comunicazione, dell’informatica e della semiotica, evitando che si determini la prevaricazione di un linguaggio sugli altri. Le predette scienze e discipline, per contro, dovranno essere intese come tutte concorrenti verso l’obiettivo condiviso di una riattribuzione di centralità all’uomo rispetto ai sistemi e ai dispositivi sociali di regolazione della condotta umana. Si pensi, ad esempio, al prezioso contributo che potrebbe scaturire da un proficuo scambio tra diritto penale e scienze economiche al fine di rivisitare la radicata convinzione dell’agente (e delinquente) economico quale agente razionale, così offrendo un nuovo punto di partenza per ogni riflessione sul diritto penale dell’economia e sulla criminalità delle imprese e nelle imprese.

Il programma di ricerca di DPU include i principali temi e problemi della società moderna di interesse per il diritto penale, ponendo sul “tavolo” alcune domande fondamentali, volutamente lasciate aperte e, dunque, prive di risposta, che rappresentano le prime linee direttrici dell’indagine sul diritto penale, sull’uomo e sul rapporto tra i due.

Questo vuole essere l’inizio di un precorso da costruire poco alla volta, con l’apporto di saperi, esperienze e intelligenze diversi, al fine di stimolare “nuove” domande e di trovare – auspicabilmente – anche qualche “nuova” risposta.

 

Come è strutturata la Rivista DPU

Le pubblicazioni sono organizzate in cinque sezioni, alcune delle quali strutturate in sottosezioni, che ospitano al loro interno distinti format di documenti.

– Nella sezione Interviste trovano posto le testimonianze audio e video, che consentono di ascoltare le parole direttamente espresse da esperti di calibro nazionale ed internazionale, e le interviste scritte, dal più tradizionale taglio giornalistico. Entrambe hanno l’obiettivo di porre l’utente a diretto contatto con alcuni scienziati e autori contemporanei, al fine di ridurre al minimo l’attività di mediazione e di inevitabile contaminazione redazionale del loro pensiero.

– Nella sezione Storie si intendono rendere note le esperienze di chi ha vissuto e di chi vive in prima persona gli effetti del diritto penale, ma anche di chi ogni giorno ne è parte attiva, in quanto studioso, ricercatore e operatore in senso lato.

– La sezione Contributi ospita i documenti a firma degli autori e della redazione, ed è strutturata in modo da offrire all’utente diversi livelli di approfondimento. Al suo interno ritroviamo:

  • le Frecce, ossia le citazioni, gli estratti o le pillole di conoscenza, che vogliono essere un suggerimento di discussione e il punto di partenza per autonomi percorsi di analisi e di ricerca;
  • le Riflessioni sono invece scritti più elaborati, ma agili, liberi da vincoli di forma, che affrontano varie tematiche sollevando questioni e svolgendo considerazioni, critiche e costruttive, al fine di attivare scambi comunicativi e di riflessione da parte di tutta la comunità scientifica che vuole partecipare al progetto DPU. In questa sottosezione sono pubblicati, tra l’altro, relazioni a convegni, a congressi, a simposi e a seminari di studio, nonché commenti e note a sentenze, recensioni, schede riepilogative tematiche, bibliografie ragionate etc. Inoltre, documenti “storici”, anche del recente passato – ivi compresi articoli già editi altrove, per i quali è stata concessa la liberatoria – corredati da brevi note di accompagnamento, al fine di (ri)attivare il ragionamento e il dibattito su temi di stretta attualità;
  • gli Articoli costituiscono la sottosezione di matrice più “tradizionale” della Rivista, in quanto destinata ad accogliere articoli scientifici inediti: contributi strutturati, che rispettano i canoni “classici” della rivista giuridica scientifica, corredati da riferimenti bibliografici e giurisprudenziali, e redatti e impaginati secondo le norme redazionali della Rivista. Gli articoli, per essere pubblicati, sono sottoposti a doppia revisione con procedura blind (“cieca”, nel qual caso è garantito l’anonimato della revisione), ovvero, a scelta dell’autore, open (in tale ipotesi, i nominativi dei Revisori e i relativi giudizi saranno resi noti all’autore all’esito della revisione).
  • da aprile 2020 la sezione Contributi ospita anche una collana di E-book editi dall’Associazione “Diritto Penale e Condizione Umana”, già editrice della Rivista. Scritti originali, liberamente e gratuitamente consultabili online o scaricabili in formato PDF, soggetti – al pari dei materiali pubblicati sulla Rivista – alla procedura di valutazione prevista dal regolamento editoriale di DPU.
  • da settembre 2020, è disponibile altresì una sezione dedicata alle Fonti storiche, che raccoglie una selezione di documenti, a cura dei membri del board e degli Autori della Rivista, ritenuti meritevoli di (ri)pubblicazione in ragione della loro difficile reperibilità o della loro estrema rilevanza o significatività culturale. La (ri)pubblicazione di questi documenti è finalizzata, oltre che a favorirne la diffusione, alla stimolazione di ulteriori riflessioni e allo svolgimenti di indagini sui temi trattati.

– Nella sezione Progetti sono pubblicate iniziative formative e di ricerca nazionali e internazionali di interesse transdisciplinare, in grado di suscitare la curiosità e l’interesse dei cultori di plurime discipline e di creare ponti di collaborazione tra il “mondo” del diritto e l’“universo” delle altre scienze. In questa sezione trovano spazio anche progetti di legge, discussioni parlamentari, relazioni illustrative di accompagnamento a provvedimenti legislativi o a iniziative governative, anche di altri Paesi.

– Infine, un’ultima sezione è destinata alla pubblicazione delle Segnalazioni che si ritengono di interesse per i lettori.

Un incontro di saperi sull’uomo e sulla società
per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)