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02.04.2019
Susanna Arcieri

Cervello, intuizione e probabilità

Prima parte. L’ipotesi di Kahneman e Tversky e le conferme successive

Fascicolo 4/2019

Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia,
deve essere la verità.
 
Sherlock Holmes[1]

Abstract. Dati statistici e calcoli probabilistici assumono di frequente una grande importanza nei processi penali, sia in fase di istruzione probatoria sia in sede di motivazione della sentenza, all’esito del giudizio. Ragionare sull’esistenza di una certa probabilità, affermandola o viceversa negandola, presuppone però, evidentemente, un’adeguata comprensione quantomeno dei principi fondamentali alla base del ragionamento probabilistico, da parte tanto di chi porta i dati statistici all’interno del processo (le parti, i consulenti tecnici e i periti) quanto di chi quei dati è chiamato a valutare (il giudice). Ecco allora che, in quest’ottica, appare particolarmente interessante quel filone di studi, sviluppatosi nel campo della psicologia, che, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, ha progressivamente raccolto una serie di evidenze secondo cui la mente umana sarebbe, per natura, poco adatta a ragionare in termini di probabilità e ad effettuare stime statistiche.  Con l’intento di fornire un primo inquadramento del problema, il presente contributo si sofferma su alcune tra le principali acquisizioni degli ultimi novantant’anni nell’ambito della predetta ricerca, con particolare attenzione al fondamentale apporto delle scoperte effettuate dagli anni ’70 dagli psicologi israeliani Amos Trevsky e Daniel Kahneman – vincitore, quest’ultimo, del Premio Nobel per l’economia nel 2002 – in materia di bias cognitivi e di rapporti tra pensiero intuitivo e razionale nell’ambito dei processi decisionali.

 

SOMMARIO: 1. Cervelli incapaci di fare calcoli statistici. – 2. La prima fonte di errore. Causa versus caso. – 3. La seconda fonte di errore: l’errore applicativo. La regola della congiunzione. – 4. (Segue). La cd. “fallacia del giocatore”. – 5. (Segue). Il bias della legge dei piccoli numeri. – 6. Perché sbagliamo? – 7. I limiti della razionalità umana secondo la scienza economica. – 8. Ulteriori conferme dell’ipotesi dell’ipotesi di Kahneman e colleghi.

 

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[1] A.C. Doyle, Il segno dei quattro, in Id., Tutto Sherlock Holmes, Vol. I, Newton Compton, 1993, p. 158.

 

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