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14.10.2020
Maria Rosaria Donnarumma

I decreti “sicurezza”, l’immobilismo del parlamento, la supplenza del giudice

Fascicolo 10/2020

Abstract.  I decreti “sicurezza” n. 113 del 2018 e n. 53 del 2019, varati dal governo Movimento 5 Stelle – Lega (in carica dal 1° giugno 2018 al 5 settembre 2019) e voluti fortemente dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, hanno segnato un’ulteriore e grave involuzione della politica italiana dell’immigrazione, e pongono in risalto ancora una volta, di fronte all’immobilismo del parlamento, la supplenza dei giudici.
Supplenza non solo della Corte costituzionale, di cui si esaminano nel presente studio le sentenze n. 194 e n. 195 del 2019 e la recente sentenza n. 186 del 2020, ma anche della magistratura ordinaria che, prima dell’intervento di quest’ultima sentenza, ha cercato di superare l’ostacolo al riconoscimento del diritto dei richiedenti asilo all’iscrizione anagrafica mediante una lettura non rigida dell’articolo 13 del primo decreto “sicurezza”. Si aggiunga l’importantissima sentenza del Tribunale civile di Roma n. 22917 del 2019, riaffermante il principio del non respingimento, nel solco della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
C’è da augurarsi che, anche sotto l’impulso delle decisioni dei giudici, la politica italiana e, quindi, il legislatore recuperino una visione più rispettosa dei diritti umani nei confronti del fenomeno migratorio, il che contribuirebbe a restituire all’Italia credibilità e autorevolezza per le sfide da affrontare nell’Unione europea.

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. Le sentenze della Corte costituzionale n. 194 e n. 195 del 2019 e la tematica della “ridondanza”. – 3. La sentenza n. 186 del 2020 e l’illegittimità costituzionale della norma sull’esclusione dall’iscrizione anagrafica. – 4. Il principio del non respingimento. La sentenza del Tribunale civile di Roma n. 22917 del 2019 e la sentenza Hirsi Jamaa e altri c. Italia della Corte europea dei diritti dell’uomo – 5. Considerazioni conclusive. Per un approccio solidale, pragmatico e intelligente alla problematica dell’immigrazione.

 

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