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04.11.2020
Lorenzo Picarella

Il “mondo di mezzo”. Una sfida definitoria per l’art. 416 bis c.p.

Fascicolo 11/2020

Abstract. Questo contributo ripercorre la vicenda processuale di Mafia capitale, soffermandosi sulle principali controversie che l’hanno caratterizzata, ovvero l’unitarietà o meno dell’associazione criminale e la sua mafiosità. L’analisi si concentra sull’analisi dei reati associativi, in particolare l’elemento organizzativo e il metodo mafioso, e sulla distanza tra definizione giuridica e sociologica di mafia che sembra emergere da questa inchiesta.

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La questione dell’unicità dell’associazione mafiosa. L’indeterminatezza dell’elemento organizzativo. – 2.1. Una o più associazioni? Le diverse posizioni dei giudizi di primo e secondo grado a confronto. – 2.2. La statuizione della Cassazione sulla dimensione organizzativa di Mafia capitale. – 2.3. Mafia capitale ed elemento organizzativo. Riflessioni conclusive a margine della sentenza di Cassazione. – 3. La questione della sussistenza del metodo mafioso. – 3.1. Il tema della mafiosità derivata. – 3.2. Il tema della mafiosità autonoma. – 3.2.1. La mafiosità del sodalizio dedito a usura ed estorsioni. – 3.2.2. La mafiosità del sodalizio dedito alla corruzione negli appalti pubblici. – 3.3. La presa di posizione della Cassazione. – 3.4. Mafia capitale e l’art. 416 bis c.p.: riflessioni conclusive sul metodo mafioso. – 3.4.1. L’interpretazione dell’art. 416 bis c.p. alla luce della sentenza di Cassazione. – 3.4.2. L’art. 416 bis c.p. tra precomprensione socio-criminologica e processualizzazione delle categorie sostanziali. – 3.4.3. Lo scarto tra definizione giuridica e sociologica di mafia.

 

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