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03.06.2021
Maria Rosaria Donnarumma

La “dottrina Mitterand” sull’estradizione e la svolta francese

Fascicolo 6/2021

AbstractLa “dottrina Mitterand” sul diritto d’asilo e l’estradizione fu enunciata dal presidente francese nel febbraio 1985 ed applicata, secondo un’interpretazione distorta e falsata da pregiudizi ideologici, nei confronti dei terroristi italiani attivi nei c.d. anni di piombo, rifugiatisi in Francia.
Emblematico è il caso di Cesare Battisti, condannato in contumacia all’ergastolo, di cui la Francia negò l’estradizione nel 1991 sulla base di motivazioni fragili, smentite dal suo stesso Consiglio di Stato con la storica decisione del 18 marzo 2005.
Oggi comunque, con l’arresto il 28 aprile di terroristi italiani ancora rifugiati in Francia, arresto deciso direttamente dal presidente Macron, sembrano definitivamente superate precedenti ambiguità interpretative.
Per l’Italia, una volta concluse le procedure francesi di estradizione, si apre il delicato problema, stante il decorso di più di quaranta anni dalla commissione dei reati, del difficile equilibrio tra funzione punitiva e di prevenzione e funzione rieducativa prioritaria della pena.
“Non si può istituzionalizzare il diritto alla fuga”, ha giustamente sottolineato il presidente della Corte costituzionale. Le condanne vanno dunque eseguite e compete ai giudici valutare nel corso dell’esecuzione, con intelligenza scevra da pregiudizi, il processo rieducativo e, quindi, assumere le relative misure previste dall’ordinamento.

 

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La “dottrina Mitterand”. – 3. Il caso Battisti e l’applicazione della “dottrina Mitterand” negli anni ottanta/novanta. – 4. Un primo importante superamento. Le decisioni del Consiglio di Stato francese del 18 marzo 2005 e della Corte europea dei diritti dell’uomo del 12 dicembre 2006. – 5. Considerazioni conclusive. Il difficile equilibrio tra funzione punitiva e di prevenzione e funzione rieducativa prioritaria della pena.

 

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