Per evitare una catastrofe, bisogna prima credere nella sua possibilità.
Occorre convincersi che l’impossibile è possibile.
Che il possibile è sempre in agguato, senza tregua, ben protetto dal carapace dell’impossibilità, in attesa del momento giusto per irrompere
Nessuna minaccia è così temibile e nessuna catastrofe colpisce tanto duramente come quelle ritenute altamente improbabili; ritenerle impossibili, o non pensarvi nemmeno, è la scusa per non fare nulla al fine di fermarle prima che si giunga al punto in cui l’improbabile diventa reale e improvvisamente è troppo tardi per ridurne l’impatto, tanto meno per evitarne l’arrivo.
Eppure è precisamente questo ciò che facciamo (o meglio, non facciamo) quotidianamente, senza nemmeno pensarci […].
L’ostacolo più impressionante alla prevenzione di una catastrofe è che non ci si vuole credere!
La situazione attuale ci mostra […] che l’annuncio di un disastro non provoca alcun cambiamento visibile del nostro modo di comportarci o di pensare
Per questo, la nostra civiltà è vulnerabile: basta un solo colpo per spedirla all’inferno.
Ci sono fin troppe ragioni per aver paura, e dunque fin troppe ragioni per circondarsi di musiche così assordanti da non sentire gli scricchiolii delle mura