Abstract. Perché il legislatore dovrebbe affidare ad un sistema algoritmico la valutazione della pericolosità di un imputato? Quali sono le prospettive di imparzialità e precisione che un output ci promette nel “prevedere” il rischio di recidiva? E quali limiti potrà porre il diritto penale all’evoluzione tecnologica, rappresentata dai risk assessment tools basati sull’Artificial Intelligence? I risultati prodotti dal ricorso a tali strumenti nel sistema penale statunitense ci offrono le prime risposte a questi interrogativi, delle quali converrà tener conto se e quando ci troveremo, anche in Italia, a confrontarci con questi “sistemi predittivi”, tanto innovativi quanto pericolosamente confliggenti con i diritti costituzionali a tutela dell’imputato.
SOMMARIO: 1. Il dangerousness e il recidivism risk assessment ‘”della modernità”: algoritmi e “predizione” del rischio. – 2. La California sceglie di limitare il ricorso ai sistemi algoritmici di valutazione del rischio: l’eloquente esito della Proposition 25 sul replacement del cash bail con i pretrial risk assessment tools. – 3. Il First Step Act e il nuovo recidivism risk assessment tool del Department of Justice: PATTERN. – 4. Le insidie nascoste dei risk assessment tools sotto la lente dei princìpi costituzionali del giusto processo: l’antesignana prospettiva statunitense. – 5. Gli orientamenti della giurisprudenza statunitense e le soluzioni prospettate dalla dottrina per un uso “costituzionalmente orientato” degli AI risk assessment tools.
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