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12.02.2020
Luca Santa Maria

«Sentinella, a che punto è la notte?»

Il diritto penale attraversa il deserto del nichilismo

Fascicolo 2/2020

«Il diritto penale, in un tempo che forse non ha più uno spirito, sta perdendo il suo, perché, come ogni cosa intorno, i suoi tradizionali fondamenti non lo fondano più come prima.

La crisi attuale del diritto penale è una crisi di cultura giuridica, che è decaduta in modo inquietante in una generazione (la mia) e quella successiva, che ora comanda nelle università.

Sedicenti scienziati del diritto (salvo pochissime eccezioni) l’hanno ridotta ormai a burocratica tecnica che lavora, fredda e impotente, parole su parole, costruendo e maneggiando stereotipi linguistici apparentemente oggettivi, costruiti a imitazione goffa della scienza, del tutto inintelligibili ai non adepti, senza porsi più il problema del loro senso.

Ma si fa torto alla verità se non si inquadri codesta crisi in un contesto assai più ampio e profondo.

Lo spettro che si aggira in ogni dove nella cultura occidentale, che ha il nome di nichilismo, è la perdita di fondamento stabile e sicuro di ogni e qualsiasi narrazione sull’uomo e sul mondo, ed è purtroppo fatale che lo spettro abbia da tempo infettato anche la cultura giuridica e la cultura penalistica più di qualsiasi altra, perché essa più di qualsiasi altra ha bisogno di credere che la narrazione della colpa e del castigo un tempo potente le conferisca ancora senso».

 

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per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

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