Credits to Unsplash.com

Fascicolo 3/2021

Abstract. Il presente contributo, partendo dalla presa di coscienza dell’enorme divario che sussiste nel nostro Paese tra la cultura penitenziaria “di massa”, dominante all’interno della società e quella d’élite, propria dei circuiti accademici, si propone di indagare alcuni ambiti nei quali tale gap si sta allargando a dismisura, al fine di proporre soluzioni che possano contribuire a colmarlo.
Tali soluzioni hanno tutte come punto di partenza la conoscenza effettiva della realtà carceraria, ad ogni livello sociale, nella profonda convinzione che solo l’osservazione e la conoscenza del mondo penitenziario, delle dinamiche sottese e della loro complessità, costituisca il presupposto fondamentale per poter seriamente ripensare ad una riforma dell’ordinamento penitenziario che vada oltre alle pur apprezzabili dichiarazioni di intenti.
Si ritiene che tale ambizioso progetto debba ripartire proprio dalle forze intellettuali di questo Paese le quali, uscendo dai loro recinti accademici, debbano farsi promotori nella società di tale rinascita culturale, piantando e coltivando quei semi che conducano al germogliare di una rinnovata visione della realtà penitenziaria.

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La narrazione mediatica e politica del carcere. – 2.1. Ipersemplificazione e slogan quali strategie comunicative. – 2.2. Il fenomeno di occultamento della realtà. – 3. Quale formazione per una nuova cultura penitenziaria? – 4. Giustizia riparativa: un ponte per il futuro. – 5. Considerazioni conclusive.

 

Per leggere la Riflessione, clicca su “apri allegato”.

 

______________

* Il presente contributo è stato pensato e progettato congiuntamente dalle due autrici: materialmente la dott.ssa Camilla Cosentino ha redatto i paragrafi 1 e 2 e 5, mentre la dott.ssa Susanna Colombo ha redatto i paragrafi 3 e 4.

Altro

Un incontro di saperi sull’uomo e sulla società
per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

La Rivista non impone costi di elaborazione né di pubblicazione