Credits to Pixabay.com
17.03.2021
Sofia Ciuffoletti

Non è una pena per donne

Tutela del diritto all’autodeterminazione e della salute per le donne sottoposte a privazione della libertà personale e diritto all’obiezione di coscienza dei magistrati.
Considerazioni a margine della sentenza della Cassazione S.U. 3780/21

Fascicolo 3/2021

AbstractL’articolo commenta la decisione delle S.U. della Cassazione in tema di illeciti disciplinari dei magistrati, in particolare relativa al provvedimento con cui il Magistrato di Sorveglianza di Brescia rigettava senza motivazione l’istanza di una donna, detenuta domiciliare, di allontanarsi dal domicilio per recarsi nel presidio ospedaliero per eseguire il programmato intervento di interruzione di gravidanza. In particolare la decisione della Suprema Corte permette di riflettere sul diritto di accesso alla giustizia e alla difesa delle persone in esecuzione pena e, in particolare, del diritto di autodeterminazione e del diritto alla salute delle donne private della libertà personale. Infine, sarà analizzato il diritto all’obiezione di coscienza dei magistrati, così come asserito dallo stesso magistrato bresciano nel secondo provvedimento con cui si spoglia della causa, rimettendola alla Presidente di Sezione.

SOMMARIO: 1. Prologo. Per aspera ad aspera. – 2. Episodio I: il primo provvedimento. Dignità e autodeterminazione. – 2.1. Primo stasimo: la tutela del diritto di difesa in fase di esecuzione pena. – 3. Episodio II: il secondo provvedimento, ovvero come “assestare il tiro”. – 3.1. Secondo stasimo: tra coscienza e prudenza. L’obiezione di coscienza del magistrato. – 4. Epilogo. «Il delitto è maschio, il peccato è femmina».

 

Per leggere la Riflessione, clicca su “apri allegato”.

Altro

Un incontro di saperi sull’uomo e sulla società
per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

La Rivista non impone costi di elaborazione né di pubblicazione