La “vulnerabilità”, e la sua polisemia, in ambito sociale, economico ed ambientale nelle decisioni della CGUE
Abstract. Negli ultimi anni la nozione di “vulnerabilità”, dopo essere stata oggetto di studio e disamina da parte della dottrina, si è ricavata un ruolo sempre più rilevante in ambito legale, al punto da essere utilizzata anche dai Legislatori e dai Giudici. Dopo una breve ricognizione dottrinale, nel presente lavoro verrà esaminata la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con riferimento alla “vulnerabilità”. Nel confrontare le sentenze disponibili che contengono questo termine, si cercherà di mettere in evidenza la rilevanza di questo concetto nel processo decisionale dell’organo giudiziario europeo, differenziando il suo uso in tre ambiti: sociale, economico e ambientale. Tale analisi farà emergere che la Corte, nel valutare gli elementi che determinano la “vulnerabilità” di un’entità, dispone di un maggior margine di apprezzamento nell’ambito sociale rispetto agli ambiti economico ed ambientale.
Questo articolo è stato sottoposto in forma anonima alla valutazione di due revisori esperti, con esito favorevole.
SOMMARIO: 1. La semantica della vulnerabilità: tra dottrina e giurisprudenza. — 2. Individui o gruppi vulnerabili? Alcune riflessioni sui differenti usi del termine vulnerabilità da parte della CGUE. — 2.1. La salute sotto la lente della vulnerabilità: tra condizione ontologica e situazione particolare. — 2.2. I consumatori vulnerabili. — 2.3. Le implicazioni della presenza di soggetti vulnerabili negli aspetti procedurali. — 3. Il problematico intreccio tra la condizione di vulnerabilità e la libera concorrenza nel mercato. — 4. La CGUE come supervisore dei doveri degli Stati membri nel riconoscere le zone vulnerabili. — 5. Un uso diversificato della vulnerabilità coerente con la natura eterogenea delle cause.
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