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[…] Vi sono altri esseri più sventurati ancora che, senza morire, sono divenuti cose per tutta la loro vita

Nelle loro giornate non vi è alcuno spazio, alcun vuoto, alcun campo libero per qualcosa che proceda da loro.

Non si tratta di uomini che vivano più duramente di altri, posti socialmente più in basso di altri; si tratta di un’altra specie umana, un compromesso tra l’uomo e il cadavere

Che un essere umano possa essere una cosa, è da un punto di vista logico una contraddizione; ma, quando l’impossibile è divenuto realtà, la contraddizione diventa strazio nell’anima. Questa cosa aspira ogni momento ad essere un uomo, una donna, e in nessun momento vi riesce.

È una morte che si allunga, si stira per tutto il corso di una vita; una vita che la morte ha raggelato molto prima di averla soppressa

S. Weil, L’Iliade, poema della forza, in Id., La Grecia e le istituzioni precristiane, Borla, 1984, p. 15

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per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

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