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02.05.2019
Redazione

Pubblici ministeri e bias impliciti. Il programma del Dipartimento di Giustizia federale statunitense

Abstract. Segnaliamo un’interessante iniziativa promossa dal Department of Justice (DOJ) degli USA con un comunicato del 27 giugno 2016 – del quale riportiamo di seguito la nostra traduzione integrale – in merito a un nuovo programma governativo incentrato di formazione per pubblici ministeri, rappresentanti delle forze dell’ordine e avvocati tatunitensi in materia di bias impliciti. Le ragioni che hanno ispirato l’iniziativa sono state rese note dal vice Procuratore Generale di allora, Sally Yates, in un memorandum diffuso dal Dipartimento nella medesima data, e parimenti tradotto nel prosieguo. Pur non essendo allo stato noti gli sviluppi e gli eventuali risultati concreti dell’iniziativa, essa rappresenta senza dubbio un segnale importante della presa di coscienza, da parte dell’autorità governativa statunitense, della rilevanza della ricerca psicologica in tema di bias cognitivi per gli operatori della giustizia[1].

1. Il comunicato del Department of Justice (DOJ)

Per leggere il testo originale del comunicato, clicca qui.

 

Lunedì 27 giugno 2016

Il Dipartimento di Giustizia annuncia un nuovo programma di formazione in materia di pregiudizi impliciti per tutto il personale del Dipartimento

Il Dipartimento di Giustizia ha annunciato oggi l’istituzione di un programma formativo rivolto a tutti gli agenti delle Forze dell’Ordine e ai pubblici ministeri per insegnare loro a riconoscere e gestire i pregiudizi impliciti. Il programma costituirà parte integrante dell’ordinario percorso di formazione dei soggetti a cui è rivolto.

Il nuovo programma, fondato sui risultati delle più recenti ricerche nel campo delle scienze sociali e sulla migliore prassi nell’applicazione della legge, prenderà avvio all’interno del Dipartimento nelle prossime settimane. Il vice Procuratore Generale Sally Q. Yates ha inviato un promemoria a tutti i pubblici ufficiali e ai pubblici ministeri, illustrando i contenuti del nuovo programma di formazione in materia di pregiudizi impliciti e le ragioni della sua importanza ai fini di garantire il corretto funzionamento e la solidità del sistema giudiziario.

Dal momento che la ricerca è chiara nel dimostrare che molte persone sperimentano pregiudizi inconsci, e che gli effetti di questi pregiudizi possono essere contrastati riconoscendone l’esistenza e impiegando precise strategie di risposta, è essenziale che il Dipartimento di Giustizia offra ai pubblici ministeri e agli agenti delle forze dell’ordine un addestramento adeguato.

«I nostri agenti operano in modo più efficace e le nostre comunità sono più sicure se chi è tenuto ad applicare la legge dispone degli strumenti e della formazione necessari per affrontare le sfide oggi poste dalla pubblica sicurezza», ha dichiarato il procuratore generale Loretta E. Lynch. «Il Dipartimento di Giustizia si impegna a garantire che il proprio personale sia ben addestrato sui principi fondamentali e sulle migliori pratiche per preservare l’ordine pubblico. L’annuncio di oggi rappresenta un passo importante nell’ambito del nostro continuo sforzo per la promozione della correttezza, l’eliminazione dei pregiudizi e la costruzione di una società più forte, più sicura e più giusta che tutti i cittadini americani meritano».

«Il Dipartimento di Giustizia deve fare tutto quanto è in suo potere per assicurare che il nostro sistema penale sia giusto e imparziale», ha affermato il vice procuratore generale Yates. «Dal momento che la ricerca è chiara nel dimostrare che molte persone sperimentano diverse forme di pregiudizi inconsci, e che gli effetti di questi pregiudizi possono essere contrastati riconoscendone l’esistenza e impiegando precise strategie di risposta, è essenziale che il Dipartimento offra ai pubblici ministeri e agli agenti delle forze dell’ordine un addestramento adeguato in materia di pregiudizi impliciti. Insieme con i responsabili degli organismi deputati all’applicazione della legge, sono impaziente di prendere parte, domani mattina, alla prima sessione di formazione del DOJ».

Grazie al nuovo programma formativo, più di 28.000 dipendenti del dipartimento impareranno a riconoscere e affrontare i propri pregiudizi impliciti, che si traducono nell’applicazione, a livello inconscio, di stereotipi che viziano il giudizio formulato su gruppi di individui. Il pregiudizio implicito può influenzare i comportamenti e le decisioni in ragione della razza, dell’etnia, del sesso, dell’orientamento sessuale, della religione e dello status socioeconomico, e altri fattori. Le scienze sociali dimostrato che ogni individuo sperimenta una qualche forma di influenza a livello inconscio, ma che gli effetti di tali pregiudizi possono essere contrastati attraverso un’adeguata formazione.

Nelle prossime settimane, il dipartimento provvederà alla formazione ai oltre 23.000 agenti in sevizio presso l’FBI, la Drug Enforcement Administration (DEA), il Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives (ATF) e il U.S. Marshals Service (USMS), oltre che di circa 5.800 avvocati presso i 94 Attorney’s Offices presenti sull’intero territorio degli Stati Uniti. Nelle prossime fasi del progetto, il Dipartimento estenderà la formazione ad altre categorie professionali, come i pubblici ministeri del Dipartimento e il personale dell’Office of the Inspector General.

Dal 2010, l’Office of Community Oriented Policing Services del Dipartimento collabora con gli uffici di law enforcement nazionali e locali per fornire un’adeguata formazione in materia di pregiudizi impliciti a oltre 2.600 ufficiali di polizia, attraverso un programma noto come “Fair and Impartial Policing”. Per la nuova formazione interna del dipartimento, sono stati predisposti appositi curricula per orientare il lavoro dei pubblici ministeri, delle forze dell’ordine federali e dei soggetti istituzionalmente deputati a garantire l’applicazione della legge, secondo i rispettivi compiti e competenze. Ciascun curriculum prevede tre livelli di formazione incentrati sul tema di come i pregiudizi impliciti possono influenzare l’operato del personale di linea, dei supervisori, dei dirigenti e del personale esecutivo.

Per dare l’esempio in prima persona, il Procuratore generale Yates affiancherà i vertici di FBI, ATF, DEA e USMS nell’ambito dell’attività di formazione condotta sulla base dei nuovi curricula, nella giornata di martedì. Nei prossimi mesi, la formazione coinvolgerà innanzitutto il personale esecutivo, per proseguire poi nei confronti dei supervisori e dei dirigenti, e successivamente del personale di linea, ivi compresi gli agenti e gli avvocati.

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2. Il Memorandum diffuso dal del Department of Justice (DOJ)

Per leggere il testo originale del Memorandum, clicca qui.

 

27 giugno 2016

Memorandum rivolto a tutti i gli agenti delle forze dell’ordine e ai pubblici ministeri del dipartimento

Da: Sally Q. Yates

Vice Procuratore Generale

OGGETTO: Formazione in tema di pregiudizi impliciti

Più tardi nella giornata di oggi, il Dipartimento di Giustizia annuncerà un nuovo programma di formazione in materia di “pregiudizi impliciti” per i propri funzionari di polizia, pubblici ministeri e altro personale. Vorrei qui brevemente spiegare perché abbiamo deciso di fornire questa formazione e perché sono convinta che tale sforzo sia assolutamente essenziale per la missione del nostro Dipartimento.

Negli scorsi decenni, la ricerca condotta nell’ambito delle scienze sociali ha rivelato che tutti noi siamo influenzati, a vari livelli, da “pregiudizi impliciti”, che sono le associazioni inconsce, spesso sottili, tra gruppi di individui e gli stereotipi generalmente connessi a tali gruppi. Si tratta di un concetto distinto dal “pregiudizio esplicito”, ossia quelle forme di preconcetto palesi, che vengono in mente alla maggior parte di noi quando pensiamo a fenomeni come il razzismo, il sessismo o altre forme di fanatismo. In una certa misura, i pregiudizi impliciti fanno parte della natura umana; sono una sorta di sottoprodotto della nostra società multiculturale e differenziata. I pregiudizi impliciti, però, rappresentano anche una minaccia all’efficace applicazione della legge, dal momento che sono in grado di influenzare il modo con cui gli inquirenti e i pubblici ministeri ricercano e analizzano le prove; un’influenza che opera a livello inconsapevole, senza che il soggetto disponga di strumenti adeguati a contrastarne l’effetto. La buona notizia è che la ricerca suggerisce che quasi tutte le persone possono combattere queste influenze se prendono coscienza dei propri pregiudizi e se viene loro insegnato a riconoscere quando essi si insinuano all’interno del pensiero razionale e consapevole.

Negli ultimi anni, gli organismi di law enforcement statali e locali di tutto il Paese hanno inserito il tema dei pregiudizi impliciti nei propri programmi di formazione, spesso con il sostegno economico da parte del Department’s Office of Community Oriented Policing Services (COPS). Questi programmi hanno diversi scopi. Consentono agli operatori di capire meglio come le inclinazioni inconsce e involontarie possono influire sul proprio lavoro. Rafforzano le abilità che molti investigatori e avvocati già possiedono, come la capacità di guardare oltre le informazioni non rilevanti, la disponibilità a mettere in discussione le proprie ipotesi di partenza e la capacità di rimanere concentrati sull’obiettivo di identificare i responsabili dei reati anche in contesti operativi complessi.

I pregiudizi impliciti fanno parte della natura umana; sono una sorta di sottoprodotto della nostra società multiculturale e differenziata

Senza contare che – cosa forse più importante – con questa iniziativa viene ribadito il nostro impegno a costruire un sistema di giustizia penale che sia giusto, imparziale e conforme alla procedura. Con la previsione di un’adeguata formazione in tema di pregiudizi impliciti, gli organismi di tutto il Paese hanno compiuto un importante passo in avanti nel consolidamento dei rapporti tra i soggetti coinvolti nell’attività di law enforcement e i membri della comunità per la quale prestiamo servizio.

Per diverso tempo, le agenzie e gli uffici del Dipartimento hanno intrapreso diverse strade per diffondere una maggiore consapevolezza dell’esistenza di pregiudizi impliciti che impattano sull’attività quotidiana di ognuno. L’annuncio di oggi segna l’inizio di un impegno globale nella formazione di tutto il personale del Dipartimento più direttamente coinvolto nella gestione della giustizia penale. Nelle prossime settimane, il Dipartimento provvederà alla formazione di oltre 23.000 agenti impiegati le nostre quattro Forze dell’Ordine e di circa 5.800 avvocati presso i 94 Attorney’s Offices presenti sull’intero territorio degli Stati Uniti. Nella successiva fase del progetto, estenderemo la formazione al personale dell’Office of the Inspector General e a tutti i pubblici ministeri a servizio del Dipartimento. I corsi di formazione, basati sui risultati delle ultime ricerche scientifiche, saranno modellati sulle vostre personali competenze e professionalità, nella consapevolezza che, ad esempio, la propensione al pregiudizio implicito si manifesta in modo diverso per un funzionario deputato alla gestione dei casi di droga e per il personale del Supervisory Assistant United States Attorney (AUSA) chiamato a promuovere e assumere decisioni.

So che il vostro tempo è prezioso e che investite già molte ore nella vostra formazione, ma non vi avrei chiesto di assumere questa ulteriore responsabilità se io e altri dirigenti del Dipartimento non fossimo convinti della sua importanza. Come segno del nostro personale impegno, alla prima sessione formativa che avrà luogo domani mattina parteciperò non solo io stessa e il personale del mio Ufficio, i vertici dei nostri organismi di law enforcement, tra cui i dirigenti del Federal Bureau of lnvestigation, del Drug Enforcement Administration, del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms, and Explosives, e del U.S. Marshals Service.

Nel prossimo futuro, vi verranno forniti gli ulteriori dettagli in merito al programma di formazione. Spero sinceramente che apprezzerete la validità del programma, come tanti altri operatori hanno già fatto in passato.

Grazie, come sempre, per il vostro straordinario lavoro e per il vostro impegno incessante nella promozione della giustizia.

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[1] Per ulteriori approfondimenti in materia di bias cognitivi, e in particolare per una rassegna dei principali errori di ragionamento e delle relative cause, rinviamo S. Arcieri, Bias cognitivi e decisione del giudice: un’indagine sperimentale, in questa rivista, 2 aprile 2019.

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