L’importanza della letteratura e il valore del tempo
Noi siamo in un paese in cui siamo molto informati, ma buona parte della nostra popolazione è incapace d’interpretare, di comprendere le notizie che raccoglie. Paradossalmente siamo sempre più connessi, ma sempre meno informati seriamente e sempre meno capaci di pensare in modo originale e approfondito.
Nel sistema dell’informazione cui siamo immersi, spesso ciò che è nuovo viene anche venduto come rilevante. Ma è così?
Quasi sempre, seguire freneticamente l’attualità non ci aiuta a capire il mondo. Ci illude, magari, di partecipare emotivamente ad una sciagura che avviene dall’altra parte del pianeta. Oggi, se succede una vicenda delittuosa molto importante, dopo una mezz’ora in rete troviamo tutti i dettagli. Questo ci illude di partecipare emotivamente, ma non ci permette di comprendere pienamente.
Il problema è che per comprendere bisogna faticare, bisogna mettere in campo fatica e tempo. Occorre conoscere non soltanto i fatti, ma anche le vicissitudini, le dinamiche che le collegano e per questo, che piaccia o no, serve tempo, servono libri
Coloro che “fanno cultura”, o i giornalisti, non solo dovrebbero essere esperti di quel che trattano, e quindi spiegare in maniera efficace le dinamiche dei fatti che raccontano, ma dovrebbero anche essere protagonisti di un giornalismo positivo, che prova non solo a descrivere i problemi, ma a indicarne le soluzioni.
Noi viviamo in un tempo in cui tutto sembra dannatamente alla nostra portata, tutto sembra relativamente semplice. Dobbiamo dire che non è proprio così, però è possibile fare qualcosa
– Antonio Salvati – estratto dalla conversazione con DPU “Suggestioni letterarie contro la pena di morte“