Note in margine a D. Piva, Le componenti impulsive della condotta. Tra imputabilità, (pre)colpevolezza e pena, Jovene, Napoli, 2020
Testo della relazione presentata dall’Autore in occasione del Convegno online del 5 maggio 2021, intitolato “A proposito di… Le componenti impulsive della condotta”, dedicato all’omonimo volume di Daniele Piva (per leggere la prefazione del libro, a firma di Francesco Palazzo, clicca qui).
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Abstract. Il contributo evidenzia come l’interesse per un approccio non riduttivo alla complessità psicologica delle condotte criminose non può essere limitato ai soli casi nei quali il medesimo rende possibile escludere l’imputabilità o, comunque, la colpevolezza dell’imputato. Anche nei casi ordinari in cui ciò non si verifichi, pertanto, le modalità sanzionatorie dovranno tener conto di simile complessità, il che può avvenire solo nell’ambito di risposte al reato non più concepite in senso retributivo, bensì come progetto: valorizzando, soprattutto, sanzioni di natura prescrittiva.
Viene altresì rimarcato, in linea con l’elaborazione di Daniele Piva, come gli studi sulle componenti impulsive delle condotte e, in genere, sui correlati cerebrali dell’agire volontario non siano affatto in grado di risolvere il mistero della libertà umana in senso deterministico. Piuttosto, l’impossibilità di soppesare l’autonomia decisionale rispetto ai fattori incidenti sulle scelte individuali rende insostenibili i presupposti teorici di una concezione retributiva della giustizia.
SOMMARIO: 1. L’esigenza di non eludere, in nome della prevenzione generale, un approccio onesto verso i presupposti psicologici delle condotte criminose. – 2. Il contesto degli impulsi comportamentali resta rilevante anche nei casi in cui non ci si astiene dal punire… – 3. (Segue) e orienta a modalità sanzionatorie di natura progettuale. – 4. Non è affatto archiviato il mistero relativo al tema della libertà.
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