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20.01.2021
Maria Rosaria Donnarumma

Le “questions de société”: confine tra sindacato di costituzionalità e discrezionalità del legislatore

Fascicolo 1/2021

AbstractLe “questions de société”, cioè le tematiche legate all’evoluzione della coscienza sociale e dei costumi, trovano, proprio perché espressione di concetti non cristallizzabili, la fonte naturale di disciplina in uno strumento dinamico quale la legge, e non nella Costituzione, che, pur nella corretta lettura evolutiva del testo, “diritto vivente”, può solo delimitare, alla luce dei principi supremi e irrinunciabili, le scelte legislative e il corretto bilanciamento tra più interessi e valori in giuoco.
Di ciò sono ben consapevoli i giudici costituzionali, che in tale materia danno prova di self-restraint. Ad esempio di un tale indirizzo esaminiamo nel presente saggio la giurisprudenza della Corte costituzionale italiana e del Consiglio costituzionale francese.
Il compito affidato alla discrezionalità del legislatore è arduo e richiede costante attenzione, sensibilità e intelligenza nel cogliere le istanze che emergono dal sentire sociale e dalla sua evoluzione. Ci si chiede se e quali strumenti ha un giudice costituzionale di fronte a una situazione di protratto immobilismo legislativo. Per quanto concerne il caso italiano, e alla luce della vasta tipologia di decisioni cui la giurisprudenza costituzionale ha dato vita nel suo esercizio, si suggerisce il ricorso alla sentenza “monitoria”.

 

SOMMARIO: 1. Introduzione. – 2. La sentenza della Corte costituzionale n. 230 del 2020 sull’omogenitorialità e il ruolo del legislatore. – 3. La sentenza n. 221 del 2019 e le principali tappe della giurisprudenza costituzionale. – 4. Cenni di diritto comparato. Le “questions de société” nella giurisprudenza del Consiglio costituzionale francese. – 5. Considerazioni conclusive. Il difficile compito affidato alla sensibilità e intelligenza del legislatore. Strumenti di fronte all’inerzia legislativa.

 

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