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17.06.2020
Enrica Valente Sardina

“Liberi di scegliere” e i nuovi progetti di tutela dei minorenni figli della ‘ndrangheta

Fascicolo 6/2020

Abstract. La tutela dei minorenni appartenenti a famiglie mafiose ‘ndranghetiste è al centro dell’attività della magistratura minorile calabrese, impegnata, da quasi dieci anni, in un delicato bilanciamento di due interessi contrapposti: da un lato, la protezione dell’infanzia e della gioventù, che può comportare, in alcuni casi, la decadenza dalla responsabilità genitoriale con l’allontanamento del minore o del genitore e, dall’altro, la libertà di ogni individuo di poter maturare all’interno della propria famiglia.
Prendendo le mosse dal dibattito recentemente sorto sul tema, il presente contributo intende esaminare le argomentazioni poste alla base dei provvedimenti
de potestate, adottati dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria e confermate dalla delibera del Consiglio Superiore della Magistratura, anche in relazione alla possibilità di estendere la prassi giurisprudenziale calabrese in altri distretti italiani, ugualmente colpiti dalla capillarità mafiosa ‘ndranghetista.

Questo articolo è stato sottoposto in forma anonima alla valutazione di due revisori esperti, con esito favorevole.

 

SOMMARIO: 1. “Liberi di scegliere”: la battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi della ‘ndrangheta. – 2. I provvedimenti de potestate e la pena accessoria ex art. 34 c.p. – 3. Le critiche alla prassi reggina e la delibera di approvazione del Consiglio Superiore della Magistratura. – 4. I protocolli di intesa tra gli Uffici giudiziari calabresi, il progetto “liberi di scegliere” e la legge regionale n. 9/2018. – 5. La ‘ndrangheta del Nord Italia.

 

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