Credits to Pixabay.com
19.02.2020
Matilde Botto

Malum in se

L’intrinseca incompatibilità tra Stato di diritto e tortura legale

Fascicolo 2/2020

Abstract. Lo scopo di questo contributo è quello di proporre una panoramica del dibattito giusfilosofico contemporaneo concernente il tema della legalizzazione della tortura. Adottando una prospettiva storica e filosofica, si mira ad evidenziare quanto le istanze atte a sostenere l’introduzione di forme di “tortura legale” siano profondamente distanti e contrastanti con i principi che sorreggono gli ordinamenti giuridici. Inoltre, la perdurante presenza della tortura nella storia dell’umanità altro non è se non un monito imprescindibile. La tortura, infatti, non è solamente un “oggetto necessario del diritto penale”, ma anche un tema che “ci riguarda” ed interessa la filosofia, almeno quanto il diritto.

Questo articolo è stato sottoposto in forma anonima alla valutazione di due revisori esperti, con esito favorevole.

 

SOMMARIO: 1. Proibire la tortura: la lectio magistralis illuminista che sopravvive nei secoli. – 2. Una “moderata pressione fisica”: da Israele a Heidelberg. – 3. L’alba del nuovo millennio. – 4. Quando l’uomo diviene mezzo: tra ticking bomb, legittima difesa e mandati giudiziali. L’argomento “principe”: la ticking bomb. – 4.1. Self-defense: la tortura come reazione difensiva. – 4.2. Il mandato giudiziale di tortura: una giustificazione ex ante. – 5. L’inevitabile slippery slope: “uno, cento, mille”. – 6. Cosa “bilanciano” i fautori della legalizzazione della tortura? – 7. Imperfette (inammissibili) analogie. – 8. L’incompatibilità tra legalità e tortura. Il rapporto tra male e diritto. – 9. L’impossibile legalizzazione passa anche dagli “effetti concreti”.

 

Per leggere l’Articolo, clicca su “apri allegato”.

Altro

Un incontro di saperi sull’uomo e sulla società
per far emergere l’inatteso e il non detto nel diritto penale

 

ISSN 2612-677X (sito web)
ISSN 2704-6516 (rivista)

 

La Rivista non impone costi di elaborazione né di pubblicazione